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Fuori rotta

20 Luglio 2024

“FUORI ROTTA”
Quanti significati?
Casualità o scelta consapevole?
Perdere/perdersi o anche trovare/trovarsi?
Quali libri vanno fuori rotta?

Insieme a Caterina Iaci, tirocinante a SpazioB**K dall’Università Roma Tre/ Master STeLI, esploriamo percorsi di lettura sul senso fisico e metaforico dell’andare fuori rotta, del seguire una strada o perderla.
Libri di poesia e di viaggio, saggi, albi illustrati e fumetti, libri di narrativa per ragazzi degli ultimi tempi, riletti con nuovi occhi per accompagnare le rotte estive di settimana in settimana.

Il vento cambia, si parte, chi per le vacanze e chi per un nuovo spazio.
Andiamo fuori rotta!

Si parte con La notte delle lucciole!
Progettista e divulgatrice ambientale, Alessandra Vella racconta la magia dei suoi incontri con le lucciole nel silenzio e nel buio di luoghi selvatici.
Il percorso è pieno di suggestioni, dai romanzi alle canzoni, passando per la poesia. Nella ricerca si devia dai percorsi consueti:
“L’intento è una certa predisposizione all’incontro, un’attitudine a perdersi, per trovare qualcosa di inaspettato e realmente sconosciuto”.
Ma è anche lo sguardo poetico dell’autrice a discostarsi dai sentieri comuni di lettura della realtà:
“C’era qualcosa di speciale nel modo in cui un insetto aveva trovato il sistema di fare luce dentro di sé, giocando di notte ad essere una stella cadente”.
Questo libro è un invito all’apertura al nuovo, ad uno spazio da lasciare al caso all’interno dei viaggi, alla meraviglia di ciò che arriva fuori da ogni rotta prestabilita:
“Lasciare che siano le circostanze stesse a guidare la mia direzione mi ha fatto arrivare in posti e luoghi che non sarei mai riuscita a prevedere”.
La notte delle lucciole. Piccoli percorsi selvaggi alla scoperta della meraviglia, Ediciclo 2024

Quante volte per paura non siamo arrivati dove avremmo voluto?
Paure di ogni sorta: dove ci portano? Che cosa dicono di noi, a noi stessi? E agli altri?
Opportunità di un incontro dove “(…) parlandoci delle nostre paure possiamo farle incontrare, e incontrare le paure degli altri significa capire che siamo meno sole e meno soli”.
Un percorso coloratissimo nello spazio vivo di un archivio in cui poterle custodire, perché “sono le nostre paure a dirci chi siamo  e le paure che riusciamo a superare ci dicono chi vogliamo diventare”.
Un albo illustrato che inverte le rotte dei pensieri, per riflettere sull’utilità di ogni paura nel farsi gemma che restituisce la luce di altri significati sulla nostra esistenza.
Giuseppe Sofo, Pauline Cremer, Archivio delle paure (in)utili, Raum Italic 2024

La voce poetica di Cristina Bellemo, nata e cresciuta in un paesino, ma con un’immaginazione che ha sempre amato sconfinare, tra le pagine e per i mondi.
Scrive Silvia Vecchini:
“Questa bambina senza alleati ha cercato e cercato. A un certo momento, in un certo punto della sua infanzia, ha trovato come alleate le parole. Parole che sono diventate compagne, presenti, carsiche, vicine. Una piccola àncora. (…) Nelle parole ha avuto un ormeggio, quello che le serviva per poi prendere il largo”.
Poesie su un sentire dell’infanzia e il riverbero che si avverte da adulti, tra dubbi, mancanze, occasioni, non ritorni, soglie da attraversare e fuori rotta in cui perdersi è anche un ritrovarsi.
Guarda le cose
sono
per tutt’altre ragioni
oppure per il caso
l’inutilità o il vento
proprio là in quel punto
nel preciso momento
ma tu se vuoi
di tanto in tanto
puoi
crederle segni
segreti per te
per ricordare
come una piccola
bandiera
piantata davanti al mare
può dire
–ricordati– tutte le volte
che pensavi di non farcela
e invece
Cristina Bellemo, Bambina senza alleati. AnimaMundi 2024

“Da questo momento la fotografia da strumento di descrizione si apre a pratiche relazionali che ripensano il rapporto tra arte e realtà, tra artista e pubblico, attraverso una progettualità condivisa”.
Dall’esperienza collettiva Viaggio in Italia, ideata da Luigi Ghirri nel 1984, muovono gli interrogativi sul senso odierno di un progetto fotografico che fu rivoluzionario.
È la rotta inconsueta di un’impresa senza precedenti che restituisce centralità alle periferie in relazione con altre discipline e linguaggi, in particolare la letteratura. Moltiplicazioni di punti vista, connessioni, ricerca e riscoperta:
“In ogni visitazione dei luoghi, portiamo con noi questo carico di già vissuto e già visto, ma lo sforzo che quotidianamente siamo portati a compiere è quello di ritrovare uno sguardo che cancella e dimentica l’abitudine (…) per la necessità di orientarsi di nuovo nello spazio e nel tempo”.
Corrado Benigni, Viaggiatori ai margini del paesaggio. Ghirri, Barbieri, Basilico, Chiaramonte, Cresci, Guidi, Jodice. La nave di Teseo 2024

Che cosa succede durante una passeggiata con fusa?
Prima, sono sempre io a decidere dove si andrà.
Ma poi arriva lei, che vuole deviare dal sentiero, fuori dalla rotta abituale.
” ‘Su, vieni’, dico, ma lei resta dov’è.
La chiamo ancora, ma non mi ascolta.
Allora me ne vado. Non l’avevo mai fatto”.
Le illustrazioni rendono un tempo scandito dal timore della perdita di lei.
Nel sollievo di averla ritrovata, io dà spazio all’ascolto, alla possibilità di ripercorrere la rotta contraria, quella suggerita da lei.
Oltre il timore dell’ignoto, lo scoramento e la paura, che meraviglia aprire gli occhi!


“Domani facciamo la solita strada, vero?”
(…) Però dopodomani potremmo perderci di nuovo!”
Sara Lundberg, Passeggiata con fusa. Orecchio Acerbo 2024

Pronti a lasciarvi sorprendere dalle idee di un super papà?
Due storie a fumetti per esplorare le forme di questo linguaggio fin da piccoli: anche leggere fumetti è andare fuori rotta!
Nella prima storia, il piccolo Zolletta si annoia: nessuno dei suoi amici può fargli compagnia perché tutti sono in vacanza in posti diversi… Papà Gaetano sarà pronto a tutto pur di stupirlo – anche a un fuori rotta, letteralmente SPAZIALE!
Ma il posto più speciale di tutti, alla fine, quale sarà?
Nella seconda storia, per il giorno del compleanno di Zolletta, papà ha pensato a tutto nei minimi dettagli. Ogni sorpresa è stata ben organizzata, gli imprevisti però sono tanti, uno dietro l’altro…
E se fosse proprio ciò che sfugge al controllo a regalare a Zolletta la festa migliore del mondo?
Anche il regalo è là dove non atteso!
Gaetano e Zolletta. Un posto perfetto. La supersorpresa. Silvia Vecchini, Sualzo, Balloon Gallucci 2024

“A volte, i giorni erano cupi e sull’altalena calava la tristezza (…) “a volte c’erano burrasche e grandi discussioni, e le amicizie andavano in pezzi”.
Eppure, qualcosa rimane. Nonostante tutto, “L’altalena è ancora lì. Guarda verso il mare e invita chiunque a sedersi. È un posto dove iniziano le cose”.
Il tempo passa, le stagioni si susseguono e mutano la natura tutt’intorno, gli anni cambiano ogni vita, l’altalena rimane il luogo da cui tutto parte e a cui si fa ritorno.
Istanti molteplici, assaporati con lentezza o vissuti nell’ebbrezza della velocità: bambini, adulti, giovani, anziani e lo spazio di un’altalena verso cui tutti i passi convergono.
Si può stare soli, pensare e prendere decisioni importanti, ascoltare segreti, riempirsi di ricordi, dondolare fino a volare, vedere il mondo da una prospettiva diversa.
Un albo che riempie di suggestioni su cui indugiare – un incanto da cui lasciarsi travolgere, per un fuori rotta emozionale.
L’altalena, Britta Teckentrup, Uovonero 2023

Sicilia. L’estate che avanza, in un’atmosfera fatta di scirocco, salsedine e il suo “inconfondibile profumo di libertà”.
Parole che nominano precise una natura compresente nella vita di ogni giorno, accordate a illustrazioni di una bellezza carezzevole, sospesa.
Ci sono tante A (come Amore?), quelle di Antonio, Andrea, Acero e, nell’eco della sua assenza, mamma Alice, attivista partita per la salvaguardia di un bosco in pericolo.
Ed ecco apparire Scintilla, che accende le giornate di Antonio, in attesa del ritorno materno.
Ma chi è questa Scintidduzza? E qual è il suo messaggio?
“Antonio rifletté. Una volta aveva letto che il tempo non è una linea dritta ma un insieme di cerchi concentrici, proprio come quelli dentro cui stavano parlando lui e la bambina di fuoco. Ma in nessun libro aveva letto quello che stava accadendo: se due persone si vogliono molto bene desiderano incontrarsi, il tempo è un accidente. La cronologia non conta. La razionalità è aggirabile”.
E se il fuori rotta fosse temporale?
Scintilla, Nadia Terranova, Mondadori 2024

“Se le nozioni sono i semi che più avanti producono conoscenza e saggezza, le emozioni e le impressioni dei sensi sono il terreno fertile in cui quei semi devono crescere”.
Rachel Carson non ha dubbi sull’apprendimento: parte dalla condivisione su ciò che sentiamo di amare, in un percorso fin da bambini, ma che prosegue sempre:
“A dispetto delle contrarietà e delle preoccupazioni dell’esistenza, i loro pensieri sapranno trovare strade che conducono all’appagamento interiore e ad un rinnovato entusiasmo nei confronti della vita. Chi contempla le bellezze della vita della terra trova riserve di forza che dureranno quanto la sua stessa vita”.
Brevi lezioni di meraviglia è un saggio sfolgorante che esorta l’adulto a invertire la rotta delle sue abitudini – adottando l’atteggiamento del bambino – aperto a sentire più che a conoscere.

Le esplorazioni in natura aprono al divertimento, al mistero e alla scoperta, più che all’insegnamento; richiamare l’attenzione al piacere di condividere, piuttosto che a quello di nominare o spiegare; rafforzare le intuizioni e il senso di stupore, dando priorità al sentire.
Rachel Carson, Brevi lezioni di meraviglia. Aboca 2024


La copertina a questa
graphic novel è già preludio: una figura femminile emerge su uno sfondo di pennellate accese.
È il 1958, quando la vita di Alison Porter ha inizio a Bridport, nel Dorset. Quando si innamora di Andrew, ha diciassette anni. A diciotto decide di sposarsi:
“Sentivo di essere sulla corsia preferenziale per una vita normale. Era una cosa sensata, una vita normale era la cosa giusta da fare”.
Ben presto, un’inquietudine interiore dà voce alla mancanza: la direzione “più comune e lineare di tutte” sembra non essere la strada giusta per Alison.
Il fuori rotta che la porterà a Londra, si chiama Patrick, pittore rinomato che ne accende le ambizioni. Ma la storia di Alison conoscerà altre deviazioni, negli attraversamenti di incertezze, sfide e limiti, alla ricerca del suo sé e di un’arte che le appartenga.
“C’era una verità nel mio dolore che all’epoca non riuscivo a capire del tutto. Pareva indicare tante altre cose, ma non mi sono concessa la libertà di vederle”.
Tra illustrazioni sfumate e collages di lettere, oggetti quotidiani e note giornaliere, si restituisce il senso di un percorso di crescita, fatto di smarrimenti e conquiste.
“Avevo fatto qualcosa da sola, era la conferma della mia personalità, e l’ho riconosciuta con gioia”.
Alison, Lizzy Steward, Coconino Press 2024

“La palla è un attrezzo particolarmente ribelle. Scivola, scappa facilmente. A Danni piace perché è una carezza quando si sposta a fior di pelle e quando salta è il punto esclamativo del suo corpo”.
La storia di un ragazzo di dodici anni che ama volteggiare con grazia, con la passione segretissima per la ginnastica ritmica, “sport che è territorio esclusivo delle ragazze”.
Prosa impreziosita di dettagli poetici e uno spazio per parole in versi. Una struttura in cinque atti, con le voci di un coro che rievocano quello del teatro greco: un fuori rotta dal genere. Ma anche di genere. Sui luoghi comuni relativi a sport per femmine o maschi.
“Ma Danni, tu sei un ragazzo
e per quanto ci sappia fare con il cerchio
il nastro
la fune
le clavette
la palla
Danni, Danni,
il tuo corpo è tutto fuori dalla riga rossa,
tutto una penalità”.
Una storia di amicizia, sull’essere stranieri a sé stessi e agli altri, sulle possibilità di fare spazio, oltre gli sguardi superficiali del mondo, perché “le cose cambiano, anche nello sport”.
Mille briciole di luce, Silvia Vecchini, Il Castoro 2023

Poesie per crescere, di una voce che si fa sentire: “Io cambierò il mondo!”
La bellezza di parole in versi e l’estetica del libro a fare da eco: un formato inusuale, che si estende per le altezze delle grandi mete, perché “il crescere è una lunga scala/che salgo a poco a poco”.
Copertina dai colori sgargianti su una base di giallo pieno di luce. Risguardi in cui tanti puntini colorati si mettono insieme e fanno la differenza. Fogli in trasparenze di acetato che svelano misteri e aggiungono dettagli alla lettura.
Fuori rotta estetico e fuori rotta di parole:
“Voglio essere libero.
Libero di pensare
in direzione contraria
e se mi va, camminare
con i piedi per aria!”.
Io cambierò il mondo, Janna Cairoli, Chiara Armellini, Fatatrac 2022

Nata a Roma nel 1914, la piccola Lina cresce circondata dall’arte, da cose belle. La curiosità accende il suo sguardo sulle cose che osserva e immagina, condivide con il suo papà la passione per la pittura.
“Mentre Lina cresce, Mussolini arriva al potere e lo vuole solo per sé, quindi proibisce molte cose, fino a vietare di non essere d’accordo con lui!”.
Il suo sogno è quello di diventare architetta. A quei tempi, però, “quasi nessuno approvava che una donna studiasse fuori casa. Le donne dovevano: sposarsi, pulire, cucinare, occuparsi dei figli. Ma a Lina interessano altre cose ed è molto coraggiosa”.
Milano, la guerra, l’Europa, il Brasile: la storia di una donna, dei suoi fuori rotta dai sentieri prestabiliti per seguire i sogni e le aspirazioni che l’hanno resa Lina Bo Bardi, una delle figure di spicco dell’architettura del XX secolo.
Lina. Avventure di un’architetta, Angela Leon, Topipittori 2023

“Quando gli studenti mi chiedono cosa voglio da loro, gli spiego che il mio intento non è di farli diventare ‘piccoli bell hooks’. Non devono pensare come me. La mia speranza è che imparando a pensare in modo critico si autorealizzino e si autodeterminino”.
Nota per le sue esplorazioni sul concetto di marginalità come luogo radicale di possibilità e spazio di resistenza, bell hooks chiude con questo terzo volume la trilogia dedicata all’insegnamento fuori e dentro le aule scolastiche.
“Più insegno, più mi rendo conto che l’insegnamento è una vocazione profetica, che esige la nostra fedeltà a un’integrità di visione e di fede nel fronteggiare coloro che vorrebbero mettere a tacere, censurare o screditare le nostre parole”.
Nei trentadue insegnamenti qui raccolti, si esplorano argomenti divergenti e talvolta controversi, dando spazio a riflessioni legate all’esperienza di una vita. Un fuori rotta verso una saggezza pratica che celebra il potere trasformativo del pensiero critico:
“La strategia più vitale e liberatoria che mi è stata insegnata (…) è stata educarmi a essere una pensatrice critica: fare domande, sospendere il giudizio e mettere insieme chi, cosa, quando, dove, come e perché”. Insegnare il pensiero critico, Bell Hooks, Meltemi 2023

“Scrivere è come conversare con chi ci leggerà, e il conversare è qualcosa che ci trasporta come un vento, non sappiamo mai in quale direzione”.
Un viaggio tra le parole di Gianni Celati, scrittore, traduttore, insegnante, regista di documentari. Un viaggiatore controvento, di umore “bizzarro”, malinconico, un irregolare, contro le ideologie schematiche e a favore degli “smarrimenti” e dell’esitazione del pensiero.
Le sue opinioni sull’immaginazione, sul raccontare, contro il feticcio dell’autore o del libro come semplice prodotto di mercato, appaiono quanto mai attuali.
“Il nostro non è un tempo predisposto all’ascolto, alla gioia offerta dalla sonorità delle parole, alla pazzia della voce – la pazzia del dire, del raccontarsi. Non è un tempo predisposto alla fantasticheria, alla fola, all’immaginazione, che difatti semmai è stata smontata, disfatta, distrutta. Anche e soprattutto dalla cosiddetta letteratura che ci circonda”.
La passione di Celati per i “luoghi dove pulsa la vita vera” e una visione che contempla il rischio, l’autenticità al gioco della scrittura, la fede nelle intuizioni.  Un modo di guardare che riconosca un “incantamento possibile”, il fascino di un raccontare in cui ci possa perdere.
“Per parlare e ascoltare occorre calma, occorre che ci sia un alveo rituale capace di proteggere le parole. (…) Direi che narrare è un cerimoniale(…)Tutto ciò che si trasmette, si trasmette per immagini e figure. Si osserva qualcosa soltanto quando si ha voglia di trasmetterlo ad altri. E si riesce a farlo quando si presume che, presso gli altri, troveremo ancora una possibilità per quel mite transito di parole”.
Il transito mite delle parole. Conversazioni e interviste 1974-2014, Quodlibet Storie 2024

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